Il fado, canto popolare urbano del portogallo [a cura di Adela Allajbej]
Questo articolo ci porta in Portogallo, per farci conoscere il Fado, il canto popolare più famoso del Paese, considerato patrimonio dell’umanità.
Il Fado nasce nella prima metà del XVIII secolo, nei quartieri umili di Lisbona e attraverso le onde della radio si espande in tutto il Portogallo. Il Fado è l’espressione musicale dell’anima di Lisbona. La parola “fado” proviene da latino “fatum” che significa “destino”. Per le sue somiglianze si paragona al tango. La stessa passione, virilità, machismo, donna-oggetto, caratteristiche che lo hanno trasformato in una espressione artistica introversa, intima, di malinconia, o di “saudade” come dicono i portoghesi.
Il Fado canta con tristezza al tempo passato, all’impero perso, al Paese che poteva essere, all’uomo che perse la sua gloria. Questo non è altro che la storia di Lisbona, la sua anima cicatrizzata, alla quale hanno cantato con passione i grandi poeti Camões e Pessoa.
Il Fado è il genere artistico che avvicina la musica alla poesia, e che viene praticato ampiamente nelle diverse comunità multiculturali di Lisbona. Di solito è interpretato da un solo cantante, uomo o donna, accompagnato da una chitarra acustica a corde metalliche e dalla chitarra portoghese, una specie di chitarra a forma di pera provvista di dodici corde metalliche, strumento unico nel suo genere usato in un vasto repertorio.
Fu nel XX secolo che il Fado fu conosciuto a livello internazionale grazie al contributo prezioso della cantante Amália Rodrigues (Lisbona, 1920-1999), la quale viene considerata come la regina del Fado, miglior interprete del Portogallo.
Il riconoscimento più importante per questo genere musicale avviene nel 2011, quando l’UNESCO lo include nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Oggigiorno potete ascoltare il fado nelle cosiddette “case del fado” o trovarlo nella sua versione più pura nei quartieri più famosi di Lisbona, come La Alfama, Mouraria e Barrio Alto.
*Articolo preparato e tradotto dallo spagnolo da Adela Allajbej