La nostra esperienza a “libri in baia 2017”
Quando ci è stato chiesto se ci andasse di tenere un workshop sulla traduzione editoriale eravamo abbastanza incredule. Non perché pensassimo di non essere in grado o chissà cosa, ma semplicemente perché sarebbe stata la nostra prima volta.
Immaginate la situazione: noi di fronte a un pubblico pieno di aspettative. Quello del traduttore è un mestiere solitario, si sa, o quantomeno è opinione diffusa. Siamo noi, il nostro pc e ogni tanto un accenno di vita sociale.
Potete immaginare che parlare davanti a un numero indefinito di persone, in piedi, per un’intera giornata in cui “quelle che ne sanno” saremmo state noi era un’idea che ci intimoriva. Allo stesso tempo, però, ci entusiasmava. Parlare della nostra passione e condividere esperienze e opinioni: non vedevamo l’ora. In fondo, siamo una community di traduttori, la condivisione è la nostra forza.
Così è iniziata la nostra avventura. Sei di noi hanno accettato di partecipare come speaker del workshop in questione che si sarebbe tenuto l’8 ottobre 2017 a Sestri Levante, durante la fiera dell’editoria “Libri in Baia”.
Sono stati mesi intensi, in cui oltre a decidere gli argomenti, capire le tempistiche e fare ordine fra i pensieri si è consolidato un legame che va oltre il semplice essere colleghe. Perché La Bottega dei Traduttori è anche questo.
Il 6 ottobre, il giorno del viaggio verso Sestri, è arrivato così velocemente che quasi non ce ne siamo rese conto. Zaini in spalla, siamo giunte nella cittadina ligure un po’ da ogni parte d’Europa.
Sestri Levante ci ha letteralmente stregate. La Baia del Silenzio è di una bellezza che lascia senza parole. Ma a noi le parole servivano, eccome! Ne avremmo avuto un bisogno disperato per non deludere le aspettative delle quaranta persone impazienti di incontrarci.
Così la giornata precedente al workshop l’abbiamo trascorsa a prepararci, confrontare i nostri interventi, immaginare come sarebbe stato, respirare profondamente per non farci prendere dall’ansia. Poi cena, letto e sveglia presto.
Mentre consumavamo la nostra colazione “alla ligure”, completa di focaccia messa a tavola dal nostro gentilissimo oste Giancarlo, pian piano ci rendevamo sempre più conto di ciò che ci aspettava di lì a un paio d’ore. Con gli sguardi un po’ preoccupati, ma felici ed entusiasti, ci siamo incamminate verso l’ex Convento dell’Annunziata. Una meraviglia: libri ovunque e, appena all’ingresso, il nostro piccolo banchetto, con i libri tradotti da alcuni dei nostri colleghi della Bottega. Vedere quelle copertine dai colori vivaci ci ha dato ancora più carica.
Mentre cercavamo di risolvere i primi problemi tecnici con il proiettore (perché non c’è workshop che si rispetti senza inconvenienti tecnici), i nostri “ospiti” iniziavano ad arrivare. Ci guardavano con occhi pieni di ammirazione mentre noi cercavamo di nascondere l’emozione. Abbiamo rotto il ghiaccio con le presentazioni. Davanti a noi c’erano decine di esperienze diverse, dall’universitario inesperto al traduttore professionista, di età e addirittura nazionalità diverse.
Poi via con il primo intervento, a cura di Giuseppina De Vita (traduttrice dal francese, dallo spagnolo e dal catalano) dal titolo: “Fondamenti della Traduzione” con il quale ci siamo subito calati a capofitto nel tema della traduzione editoriale. Giuseppina ha analizzato gli aspetti principali della traduzione, spaziando dal lettore al traduttore e focalizzandosi sull’importanza del fattore culturale. Attraverso alcuni esempi, ha esposto in modo chiaro e conciso come entrare nel testo per approcciarsi al meglio alla propria traduzione, per poi analizzare nel dettaglio le diverse fasi del processo traduttivo.
Giuseppina ha poi lasciato la parola a Rosangela Amato (traduttrice dall’inglese e dal portoghese) che ha raccontato a grandi linee la storia della traduzione, osservando il cambiamento del pensiero traduttivo attraverso i secoli fino ad arrivare alle “moderne” teorie di traduzione, citando tre grandi nomi: Roman Jakobson, Peter Newmark e Umberto Eco. Rosangela si è poi soffermata sull’importanza del paratesto nell’industria editoriale, spiegando quanto è importante tradurlo, poiché è spesso sottovalutato dal consumatore, ma fondamentale per l’editore per il quale costituisce metodo di conquista di potenziali lettori.
A terminare gli interventi del mattino Valentina Avallone (traduttrice dall’inglese), che ha sapientemente esposto i principali problemi con i quali si trova a confrontarsi il traduttore editoriale. Partendo dalla sua traduzione di Danger! E altre storie di Sir Arthur Conan Doyle (pubblicato da ABEditore) e de La Borsa delle Cianfrusaglie di Zia Jo di Louisa May Alcott (pubblicato da Panesi Edizioni), e dall’esposizione di alcuni esempi, Valentina ha esposto le diverse alternative di traduzione giustificando le sue scelte, fornendo così un quadro generale di come il traduttore editoriale possa portare avanti il proprio lavoro. Valentina, inoltre, ha proseguito il suo intervento consigliando una lista di siti, manuali e dizionari utili per svolgere l’attività, strumenti indispensabili per ogni traduttore.
Prima della pausa pranzo la parte pratica. Abbiamo chiesto ai presenti di tradurre un piccolissimo stralcio di Little Women (Piccole Donne) della Alcott. Nessuna remora o timore nel cimentarsi e leggere la propria traduzione, al contrario. Tanta voglia di confrontarsi e imparare insieme.
A inaugurare il pomeriggio è stato l’intervento di Annarita Tranfici (traduttrice dall’inglese, dal francese e dallo spagnolo) che purtroppo per motivi personali non ha potuto essere con noi fisicamente, ma è stata comunque sempre presente. Il suo intervento è stato esposto da Giuseppina e ha spiegato dettagliatamente come muovere i primi passi nel mondo della traduzione freelance, soffermandosi sui vari ruoli che il professionista deve ricoprire quando lavora in proprio, sulle piattaforme su cui cercare lavoro, sulle molteplici possibilità offerte dalla rete per fare esperienza e mettersi alla prova e sugli errori più comuni dei traduttori alle prime armi.
A seguire ha preso la parola Anna Marziliano (traduttrice dall’inglese e dal tedesco). Grazie alla sua esperienza pluriennale nell’ambito della traduzione tecnica, Anna si è soffermata sulla necessità di un’interazione tra traduzione editoriale e traduzione tecnica nella formazione del traduttore, proponendo uno sguardo disincantato ma non cinico sul lavoro attuale del traduttore e sul carattere poliedrico di un professionista che, a seconda del contesto e delle esigenze, si configura come “artigiano delle parole” o “fornitore di servizi”.
A concludere l’evento, Lorena Lombardi (traduttrice dal francese, dall’inglese, dallo spagnolo e dal catalano) che, attraverso l’esempio del suo blog, ha approfondito minuziosamente il tema della promozione sul web del traduttore editoriale, analizzando i principi fondamentali del Social Media Marketing e soffermandosi sui concetti chiave di Personal Branding e Visual Identity. Lorena ha poi consigliato alcuni siti per la creazione di un blog, spiegandone le funzionalità, e fornito qualche spunto utile per lo sviluppo.
Sono state giornate piene di emozioni nuove e inaspettate. Crediamo veramente che ci sia stato un equo do ut des: abbiamo dispensato consigli, parlato di tecniche e, nel nostro piccolo, insegnato qualcosa, ma allo stesso tempo abbiamo imparato tanto. Abbiamo conosciuto persone nuove, condiviso esperienze e siamo tornate a casa un po’ più “grandi”. Sì, perché questa esperienza non ci ha regalato soltanto sorrisi e strette di mano, ma ci ha fatto crescere sia sul piano professionale che personale.
Per questo volevamo dirvi grazie. Un grazie innanzitutto ad Annarita che ci ha coinvolte in questa meravigliosa iniziativa. Grazie ad Annalisa Panesi, organizzatrice della fiera, che ci ha dato la possibilità di partecipare. Grazie ai proprietari dell’albergo che ci ha accolte, gentili e disponibili come pochi. Grazie a tutte le speaker del workshop, professionali e impeccabili. E grazie a voi, che ci avete dato fiducia e che ci avete ascoltate. Grazie per le vostre domande, i complimenti e le vostre opinioni.
È stata un’esperienza che non dimenticheremo e che speriamo di ripetere al più presto. Nel frattempo, continuate a seguirci!