Critica transletteraria: la traduzione francese di “Solo andata” di Erri De Luca
“Solo andata” e “Aller simple” di Erri De Luca, italiano e francese a confronto
A cura di Laura Sichi
Solo Andata (2005) è un’opera segnata dai temi dello sradicamento, dell’esilio, della disperazione e della morte. Lo scrittore-poeta Erri De Luca descrive, in quest’odissea dal Nordafrica all’isola di Lampedusa, una realtà triste, scandita da sole andate, vissuta ogni giorno da migliaia di migranti. La traduzione francese, uscita presso la casa editrice Gallimard nel 2012 e riproposta un anno fa nella collana Poésie/Gallimard, offre al lettore un’ulteriore voce che si sovrappone a quella di migranti: la voce dell’autore napoletano, impegnato a far conoscere al mondo intero la storia di tanti invisibili.
L’autore: Erri De Luca
Erri de Luca, autore tradotto in più di trenta lingue, è nato a Napoli nel 1950. Scrittore engagé, ha presto raccontato tutte le realtà politiche della sua epoca, impegnandosi spesso in prima persona in varie battaglie sociali e civili. L’autore ha in effetti preso parte a diversi convogli umanitari, più recentemente verso l’Ucraina, come aveva già fatto in Bosnia anni prima, sempre con lo scopo di aiutare migliaia di persone il cui destino è segnato dalla guerra. Le copertine delle due edizioni dell’opera sono molto diverse: la prima, quella edita da Feltrinelli, accentua, con vista riavvicinata, le linee della mano, come percorsi di vita unici e individuali. L’edizione Gallimard, molto più scarna, accorda all’opera l’essenzialità che questa merita.
L’opera: Solo andata
Solo andata è un libro che offre molteplici spunti di riflessione: da una parte, offre al lettore una visione cruda dell’immigrazione, dall’altra permette di intravedere una realtà che va oltre i confini della nostra nazione e che si estende ad altri territori, marittimi e non. Il coro (le chœur) e le voci (les voix) sono gli stratagemmi narrativi che l’autore utilizza per condividere numerose storie individuali che raccontano un fenomeno universale. La struttura poetica utilizzata non è affatto casuale: i distici rappresentano il dramma della divisione tra la patria e la terra d’esilio, come spazi paralleli che coesistono senza mai incontrarsi.
Anche la suddivisione della prima parte del libro è indicativa: sei voci; altre sei voci; due voci; racconto di uno; coro; coro; racconto di qualcun altro; coro; coro. Le voci che diminuiscono progressivamente fanno pensare che molte siano state portate via dal mare, « quest’ospedale », come lo descrive lo stesso De Luca. Il coro, invece, dà l’idea di un’eco, che risuona tra l’Africa e l’Europa, e di molteplicità: sono milioni di voci.
La traduzione: Aller simple
Quest’opera poetica rappresenta l’umanesimo impegnato tipico dello scrittore napoletano, che ne fa un autore à part nel panorama letterario italiano.
Due citazioni, benché assenti nella versione originale, aprono la raccolta in francese, orientando il testo poetico verso la musica, o perlomeno verso qualcosa di mutevole, al pari degli innumerevoli viaggi che ritmano quest’epopea tragica.
La prima citazione è quello di un canto di Pablo Neruda (Canto generale, IX, VI) :
Yo no vengo a resolver nada
Yo vine aqui para cantar
y para que cantes conmigo
Je ne viens rien solutionner.
Je suis venu ici chanter,
je suis venu afin que tu chantes avec moi.
La seconda, invece, è dell’autore stesso e descrive il completamento dell’esperienza letteraria come scopo di vita ultimo per lo scrittore.
La poesia che non so raggiungere è un ventaglio chiuso, lo
sventolo lo stesso.
La poésie que je ne peux atteindre est un éventail fermé,
je l’agite quand même.
L’opera viene presentata con il testo a fronte e una serie di poesie (non presenti nel volume italiano) che costituiscono una parte intitolata « L’ospite incallito », trad. « L’hôte impénitent », oltre che una collezione di « fogli aggiunti a Solo andata » che costituiscono la parte dei « quattro quartieri ». Danièle Valin, traduttrice di Erri De Luca, trasmette queste storie di vita con forza. Traducendo ormai da anni per De Luca, lavora a stretto contatto con quest’ultimo il quale, leggendo il francese, la aiuta spesso a rendere la precisione comunicativa di certi termini, soprattutto per un’opera poetica come Solo Andata in cui ogni singola parola ha una sua importanza. Come già detto, inoltre, l’edizione bilingue con testo a fronte permette al lettore di moltiplicare le voci e di immergersi in una lettura dalle molteplici sfaccettature. Le virgole che in alcuni casi sono state aggiunte al testo, offrono un respiro più ampio ai versi, facendoli percepire come più aerei.
Salire non toccava più alle gambe,
per noi camminatori il mare è un carro.
Ce n’était plus aux jambes de monter,
pour nous, marcheurs, la mer est un chariot.
——————————————————————
Incontreremo marinai impauriti di noi pastori senza pascoli,
camminatori senza terra sotto.
Nous rencontrerons des marins effrayés par nous, bergers
sans pâtures,
marcheurs sans terre sous les pieds.
In più, la traduzione appare molto più diretta, offrendo al lettore un effetto di immediatezza, come si nota dall’utilizzo di alcune parole piuttosto che di altre, da parte della traduttrice.
Si dura poca vita sugli altopiani, ai pascoli,
se si deve, saltiamo nella morte non come tremolanti.
La vie dure peu sur les hauts plateaux, dans les pâtures,
s’il le faut, on saute dans la mort sans trémolos.
——————————–
Con le mie non riesco, non vogliono dormire,
Bruciano di sonno, vedono il mare diventare un fuoco.
Impossible avec les miennes, elles ne veulent pas dormir,
elles brûlent de sommeil, voient la mer devenir feu.
Per concludere, la limpida purezza sonora delle parole in italiano è totalmente riproposta nella traduzione francese, che offrendo così al lettore un’esperienza letteraria doppia e profonda, alla quale non può restare indifferente.
Italía, Italía, è questa l’Italía ?
Hanno buona parola per il loro paese, vocali piene d’aria.
Italía Italía est-ce ça l’Italía ?
Ils ont un joli mot pour leur pays, des voyelles pleines d’air.
————————————————
« Si dice Itàlia e questa è una sua isola
di capperi, di pesca e di noialtri chiusi. »
« On dit Itàlia et ici c’est une de ses îles
de câpres, de pêche et de nous autres enfermés. »
___________________________________________________________
♦ Link da consultare :
https://www.youtube.com/watch?v=xrnHazFN3q8
https://www.centropagina.it/jesi/flussi-migratori-erri-de-luca-neanche-la-pena-morte-un-deterrente/
https://www.youtube.com/watch?v=3637irO8V9Y
(videoclip ufficiale Amnesty International)
Laura SICHI