Critica transletteraria: la traduzione francese de « L’acqua del lago non è mai dolce », di Giulia Caminito
“L’acqua del lago non è mai dolce” e “L’eau du lac n’est jamais douce” di Giulia Caminito, italiano e francese a confronto
A cura di Laura Sichi
Ne L’acqua del lago non è mai dolce (2021), la scrittrice Giulia Caminito, autrice tradotta in una ventina di paesi e vincitrice di diversi premi quali Mare Nostrum, Campiello, Bagutta, Berto, Brancati giovani e Premio Fiesole Under 40, racconta un’esperienza di vita comune a quella di milioni d’italiani, che fanno parte di una generazione privata dei propri diritti e delle proprie speranze, in una società a due velocità, guidata dal bisogno dell’individuo di trovare il suo posto nel mondo e dall’amara sensazione di aver “perso il treno”. Un testo in cui vengono perfettamente dipinte le innumerevoli ingiustizie e disuguaglianze del nostro secolo, ancorate in una tela impregnata di un realismo nero.
La traduzione francese, “L’eau du lac n’est jamais douce”, è uscita nel 2022 a cura di Laura Brignon presso Éditions Gallmeister, una casa editrice che “si concentra sulla scoperta delle molteplici sfaccettature della letteratura mondiale, creando ponti tra gli universi, le culture e i continenti per offrire momenti di svago.” (trad. dal sito Gallmeister). Ma entriamo subito nel dettaglio dei testi.
Copertine a confronto
Le copertine delle due edizioni dell’opera sono simili per certi aspetti e per altri molto diverse: entrambe presentano colori vivi e caldi ma la prima, quella edita da Bompiani, si focalizza sulla figura del personaggio femminile, ritratto in un’opera fotografica di Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto, intitolata Under the Surface, la seconda, quella dell’edizione di Editions Gallmeister, invece, si concentra sul paesaggio con il disegno di due case, in rappresentazione delle dimore della protagonista. In entrambe troviamo l’elemento del pesce rosso, un leitmotiv dell’opera che simboleggia l’evoluzione del personaggio principale – dall’infanzia all’adolescenza, dalla speranza alle prime disillusioni.
Sinossi
La storia de “L’acqua del lago non è mai dolce” è narrata in prima persona dalla protagonista, Gaia, un personaggio caratterizzato da una lucidità disarmante e dal rancore per una vita purtroppo già stabilita.
La madre della protagonista, Antonia (che la propria figlia paragona ad Anna Magnani), risplende nella sua fermezza come madre, donna e moglie (dualità che purtroppo viene leggermente persa in francese in seguito alla traduzione univoca tramite la parola « femme »), un personaggio potente e prepotente che seppur voglia credere nel bene comune, si preoccupa di insegnare alla figlia a non aspettarsi nulla dagli altri e a farcela da sola. Un insegnamento che condizionerà molto la vita di Gaia.
Così, anche se la protagonista cerca con tutta se stessa d’inseguire i suoi sogni d’infanzia, si lascia ben presto annientare dalla battaglia per l’affermazione di sé, dall’ingiusta disuguaglianza e dai pregiudizi, in un mondo in cui gli esclusi dalla società hanno scarse possibilità di riscatto. Gaia si ritrova infatti intrappolata nella propria condizione – quella di non essere adeguata al mondo che la circonda – “colpevole”, in qualche modo, di non essere uguale a suo fratello maggiore Mariano, orgoglio della famiglia e sua figura di riferimento. Incapace di affrancarsi e diventare altro, a Gaia non resta dunque che affondare.
Analisi traduttiva
Adesso,in quanto traduttrice e lettrice, mi piacerebbe presentarvi qualche citazione dell’opera, messa in rilievo nei paragrafi che seguono, e analizzarne insieme a voi la trasposizione in francese. Ecco il primo estratto:
Tutte le vite iniziano con una donna e così anche la mia, una donna con i capelli rossi che entra in una stanza e ha addosso un completo di lino, l’ha tirato fuori dall’armadio per l’occasione, e se l’è comprato al banco di Porta Portese,il banco buono dei vestiti di marca ribassati, non quelli da poche lire, ma quelli con sopra il cartello : PREZZI VARI.
TOUTES LES VIES commencent avec une femme, la mienne aussi, une femme aux cheveux roux qui entre dans une pièce vêtue d’un tailleur en lin sorti de l’armoire pour l’occasion, elle l’a acheté au marché de Porta Portese, pas aux étals des vêtements à bas prix, mais à l’étal des marques dégriffées, celui où un écriteau indique : TOUS LES PRIX.
In questo passaggio, la voce semplice della giovane protagonista non sembra presentare lo stesso stile discorsivo: « ha addosso un completo di lino » è tradotto infatti con un più ricercato « vêtue d’un tailleur en lin », « vestita con un completo di lino». Allo stesso modo, nel capitolo 4 dove « la nostra scuola elementare non aveva giardini o campetti da calcio » diventa « notre école élémentaire n’était pourvue ni de jardin ni de terrain de foot », l’utilizzo di « pourvue », « provvista », rende molto meno spontanea la frase. Ancora, la traduzione della frase « i giardinetti vicino alla nostra prima casa erano pieni di siringhe » : « les squares à proximité de chez nous étaient jonchés de seringues » (jonchés, « cosparsi »), sembra quasi che vi sia un’intenzione della traduttrice di rendere il tono della protagonista più solenne.
(Nota dell’autrice)
Questo romanzo nasce per raccontare tre donne attraverso tre personagge a loro ispirate. La prima è Antonella che mi ha raccontato la storia della sua famiglia, delle difficoltà per l’assegnazione di una casa in custodia, dello scambio di case e di come è riuscita, alla fine, dopo anni di lotte, a ottenere di essere messa in regola e recuperare la casa perduta.
CE ROMAN est né pour raconter trois femmes, à travers trois personnagesses qu’elles ont inspirées. La première est Antonella, qui m’a raconté l’histoire de sa famille, leurs difficultés pour se faire attribuer un logement, l’échange d’appartements et comment elle a obtenu de haute lutte une régularisation et récupéré son appartement perdu.
Interessante è anche la traduzione del neologismo personagge (personnagesses nell’opera tradotta).
Scritto da una donna e tradotto da una donna, infatti, il libro sembra mettere in evidenza, attraverso i personaggi femminili e l’utilizzo di questo termine inaspettato, l’intenzione di restituire alla donna il proprio spazio. Così, anche se in francese la traduttrice avrebbe potuto mantenere il termine personnages, ha invece deciso di creare anch’ella un neologismo ed evidenziare ancora una volta quest’importante componente femminile del romanzo.
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♦ Link da consultare :
https://www.youtube.com/watch?v=UD1VN4VC9CA