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Curiosità: ma i parenti sono ovunque serpenti?

A cura di Barbara Barnini

Il 2025 è l’anno del serpente secondo l’oroscopo cinese e così mi sono sentita ispirata ad addentrarmi nei meandri della lingua italiana in cerca di espressioni idiomatiche o proverbi legati all’immagine di questi rettili striscianti.

Mi sono imbattuta nell’adagio popolare parenti serpenti, forse uno tra i più azzeccati della nostra lingua! Proprio così, non è raro che i rapporti familiari diventino ostili fino a sfociare in liti furibonde o acerrime rivalità tra consanguinei e che alcuni congiunti possano trasformarsi all’improvviso in aspidi velenosi pronti ad attaccare la povera preda.

Fin dall’antichità, il serpente è un simbolo di grande importanza e ispirazione, appare in molte culture, religioni e leggende associato al ciclo della vita, alla trasformazione e alla rinascita, all’immortalità e alla sapienza divina.

Nell’Antico Egitto, il cobra rappresentava la forza del sovrano e veniva usato per decorare gli elmi e i bastoni dei faraoni; alcune divinità egizie venivano spesso raffigurate con la testa di serpente e invocate per proteggere dal male.

Nella filosofia indiana l’energia vitale assopita alla base della colonna vertebrale è rappresentata come una serpe avvolta su sé stessa, che con la pratica del kundalini yoga può essere risvegliata, aprendo così la via a una maggiore consapevolezza e a uno stato di benessere psico-fisico.

Nel mondo occidentale l’episodio biblico del serpente tentatore nel giardino dell’Eden ha contribuito a diffonderne la simbologia negativa, declinando come sue caratteristiche peculiari l’inganno e l’astuzia.

Ma ritorniamo ai nostri cari parenti!

Mi incuriosisce scoprire cosa direbbero un inglese e un tedesco in questa circostanza, ma per loro non risulta esistere un proverbio che equipari i parenti ai serpenti, e sebbene possano arrivare in soccorso traduzioni letterali come relatives are snakes e Verwandte sind Schlangen, che sono grammaticalmente corrette, viene da chiedersi se queste potrebbero significare qualcosa all’orecchio di un madrelingua.

Per veicolare il vero senso dell’espressione, sarebbe quindi necessario ricorrere a una spiegazione, usando diversi aggettivi, per esempio relatives are treacherous, Verwandte sind tückisch, i parenti sono infidi, relatives are poisonous, Verwandte sind giftig, i parenti sono velenosi, relatives are nasty, Verwandte sind gemein, i parenti sono odiosi.

Una parafrasi delucidativa, certo, che rende l’idea della perfidia annidata nei cuori parentali, ma che non rispetta il contesto dell’originale, quello del linguaggio figurato dei proverbi.

Mi metto allora in cerca di modi di dire simili. Per l’inglese mi imbatto nella frase idiomatica fight like cat and dog, che potrebbe servire allo scopo, perché ritrae a tratti vivaci il conflitto acceso tra quei membri della famiglia che litigano come cani e gatti; per il tedesco trovo Verwandte kann man sich nicht aussuchen (non ci possiamo scegliere i parenti), che pone l’accento su una sorta di destino ineluttabile che pesa sulla vita di ognuno di noi.

Sono locuzioni che si avvicinano al concetto dell’originale, ma a mio avviso annullano l’allusione chiara al serpente velenoso insita nel detto italiano e si perde l’effetto della rima che tiene uniti i sostantivi. Così devo prendere atto che paese che vai, animali che trovi, che i parenti sono come qualcosa che non rientra nella nostra sfera di scelta e quindi dobbiamo tenerci quelli che ci sono toccati in sorte, cercando di sopravvivere come meglio si può. 

Fonti:

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