Lusofoniamo: Ana de Castro Osório e l’educazione femminista
Fresca e rigenerata dall’evento primaverile “Bologna meets La bottega” e dalla mastodontica Bologna Children’s Book Fair, risplendente dei vivaci colori delle illustrazioni, mi sorge spontaneo presentare la pioniera della letteratura infantile portoghese: Ana de Castro Osório (1872-1935).
Non solo autrice – i suoi libri sono stati tradotti in francese, italiano e spagnolo – ma anche editrice (nel 1897 fonda “Livraria Editora Para Crianças”), giornalista, pedagoga, docente ed emblematica personalità del femminismo repubblicano, nonché ideatrice della Liga Republicana das Mulheres Portuguesas e della rivista A Sociedade Futura.
Da non dimenticare il suo contributo come traduttrice di favole della tradizione europea, del calibro di Anderson e Grimm, che decide di inserire nella raccolta “Para as crianças” (1897-1923). Sviluppata in ben 18 volumi, diviene importante strumento di trasmissione della cultura orale portoghese anche perchè distribuito gratuitamente nelle scuole. La sua missione civilizzatrice prende piede e si espande grazie alla redazione di opere infantili, dallo stile più dottrinario, come “A minha Pátria” (1904) e “De como Portugal foi chamado à guerra: História para Crianças” oltre a manuali scolastici, letti anche nelle scuole pubbliche brasiliane, “Lendo e aprendendo” (1913) e “Os nossos amigos: Livro de Leitura”(1922), sempre inclusi in “Para as Crianças”.
È proprio il suo energico attivismo che spinge Ana de Castro Osório a voler trasformare il Portogallo dell’epoca e “sollevare le donne dalla loro deprimente situazione all’interno della società portoghese” (Ana de Castro Osório, “A Mulher e a Criança”, nº 15, agosto 1910, Traduzione mia) lottando in difesa del loro diritto all’istruzione scolastica e civile.
Riflesso del suo grande vigore e dell’emancipata ideologia repubblicana, volta a tutelare il diritto alle pari opportunità, al voto e all’indipendenza femminile, è l’opera “Às Mulheres Portuguesas” (1905), primo manifesto femminista del paese, le cui parole non lasciano spazio a fraintendimenti:
“Educare le donne, fornendo loro i mezzi per lavorare e guadagnare per mantenersi […] [è] il modo più pratico per renderle libere, capaci di scegliere in autonomia la strada da seguire.” (Ana de Castro Osório, Às mulheres portuguesas, 1905, pag. 46, Traduzione mia.)
Dai problemi nascono le soluzioni, ed è proprio il grande tasso di analfabetismo radicato nel Portogallo del ‘900 che stimola il desiderio di cambiamento nella mente di Ana de Castro Osório. Vuole invertire la rotta, sovvertire l’inferiorità dello status sociale femminile attraverso la propaganda civica e la promozione della revisione di leggi che riguardano le donne di ogni età.
L’intensa attività politica non la distoglie però dalla scrittura. Scrive infatti per periodici e la sua penna irriverente porta alla luce temi e questioni di prioritaria importanza come il servizio militare obbligatorio per le donne, il diritto delle madri ad allattare i propri figli senza doverli affidare alle balie e la parità dei diritti nel divorzio.
Una donna impegnata e, come ricorda la docente e storica Ana Alcântara in un suo articolo del 2022 per Esquerda.net, Ana de Castro Osório è una delle teoriche più prolifiche e una delle attiviste più impegnate della prima corrente femminista portoghese. Ha incentrato il suo approccio poliedrico sull’educazione, divenendo spazio per combattere la subalternità delle donne. Il suo metodo pedagogico dà priorità alle donne, ma soprattutto ai bambini, considerando la lettura uno strumento didattico, oltre che di piacere.
Ana de Castro Osório: precorritrice della letteratura per l’infanzia portoghese, donna per le donne, vulcano di energia e di responsabilità civile.
Selenia Amato