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Lusofoniamo: Luís Vaz de Camões, il paladino della lingua e del popolo portoghese

Forse non tutti sanno che ogni 5 maggio si commemora O Dia Mundial da Língua Portuguesa.

Tale data è stata scelta nel 2009 dalla Comunità dei Paesi di lingua portoghese (CPLP) e confermata successivamente nel 2019 dall’UNESCO.

I numeri non sono il mio forte, ma dovete sapere che sono più di 265 milioni le persone, sparse per tutti i continenti, che parlano portoghese. Non è solo una delle lingue più diffuse nel mondo, ma anche uno strumento indispensabile per la comunicazione internazionale e la diffusione della cultura lusofona.

Ma perché si è deciso di festeggiare proprio il 5 maggio? 

Ecco che la letteratura vince su tutto e tutti. Si suppone infatti che la data di tale ricorrenza sia stata fissata perché coincide con l’ipotetico giorno in cui è nato Luís Vaz de Camões, nel 1524 a Lisbona.

Per chi non lo sapesse il signor Camões è il maggior rappresentante del classicismo portoghese, paragonabile al nostro “sommo poeta” Dante Alighieri per il genio, per la poesia lirica prodotta (redondilhas, sonetti, ecloghe, canzoni) e, ciliegina sulla torta, per il suo poema epico Os Lusíadas, sul modello dell’epopea classica. È diviso in dieci canti in versi decasillabi e, in pochissime parole sperando che l’autore non si offenda, narra i fatti storici di veri eroi (primo fra tutti il re D. Sebastião a cui dedica l’opera) avvenuti durante gli anni delle conquiste portoghesi, fino all’arrivo di Vasco da Gama in India. L’intento principale è ovviamente quello di esaltare le imprese marittime del Portogallo – il popolo portoghese non si sentiva inferiore né ai greci né ai romani perché anch’esso godeva del favore degli dèi – attraverso la narrazione di eventi passati dall’origine della nazione, di contemporanei all’autore e di profezie future. Emblematico è l’episodio del gigante Adamastor, signore dei mari che minaccia gli sfrontati invasori e descobridores portoghesi, profetizzando loro terribili castighi futuri. Si tratta di una figura mitologica creata a tavolino dallo stesso Camões che simboleggia gli ostacoli che i compatrioti hanno affrontato nei loro viaggi e che sono riusciti a superare, nonostante la paura. Insomma, un ulteriore omaggio al suo amato popolo.

Mi chiederete, ma perché questo titolo, Os Lusíadas? Sedetevi comodi che è il momento della leggenda. Luso, figlio di Bacco, fondò un regno nell’estremo ovest della penisola iberica che chiamò Lusitania. In realtà, quando i Romani si insediarono nella Penisola Iberica, la divisero in tre province, mantenendo il nome Lusitania per la regione a sud del fiume Douro. Successivamente, nel XVI secolo, gli scrittori portoghesi usarono il termine Lusitanos come sinonimo di “portoghese” e Camões non poteva non approfittare di questa “genialata”, scegliendo il nome Os Lusíadas con il preciso riferimento al “popolo di Luso”, ossia i portoghesi. 

Dato il suo viscerale amore patriottico e la passione per la scrittura, penso che si sia meritato di rappresentare la lingua portoghese in tutto il mondo.

Non mi resta che fare (in ritardo!) i miei migliori auguri di un buon compleanno a Luíz Vaz de Camões che quest’anno ha compiuto ben 500 anni! 

Feliz aniversário!

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