
“Testo” [Come si diventa un libro], edizione 2025: il nostro resoconto
A cura di Maria Oliva
Dal 28 febbraio al 2 marzo si è svolta alla Stazione Leopolda di Firenze la quarta edizione della fiera dell’editoria Testo [Come si diventa un libro], a cui ho partecipato, con enorme piacere ed entusiasmo, in qualità di referente della Bottega, promuovendone le iniziative e raccontando delle attività che si impegna di anno in anno a proporre per mettere in contatto case editrici con traduttrici e traduttori.
Oltre ad avere avuto l’opportunità di conoscere diverse realtà editoriali, durante le giornate di venerdì e sabato ho seguito dei workshop di traduzione, che si sono rivelati ricchi di spunti interessanti.
Venerdì 28 febbraio ho partecipato a Ritradurre (e liberare) i classici, laboratorio tenuto da Daniel Russo, traduttore e ricercatore presso l’Università degli Studi dell’Insubria.
Il laboratorio ha presentato un’analisi del lavoro della prima traduzione laica della Genesi svolto dalla traduttrice Erica Baricci per Blackie Edizioni.
In un primo momento sono stati illustrati i principi traduttivi dello scrittore e traduttore inglese Samuel Butler, tra cui ritroviamo: la resa dell’effetto originale nel lettore; la chiarezza e la comprensibilità, privilegiando la narrazione, rispetto alla forma poetica; la preservazione del ritmo narrativo; l’importanza delle note esplicative; la resa degli epiteti, preferendo la chiarezza e la semplicità. In seguito, a proposito delle opere di popularisation, ovvero di restituzione del piacere narrativo, dei classici di cui la casa editrice Blackie Edizioni si è occupata (Odissea, Iliade, Genesi), vi è stato un focus sull’ipotesi di Butler secondo la quale ad aver scritto l’Odissea sia stata una donna young, headstrong and unmarried.
A sostegno della sua ipotesi, Butler, afferma, infatti, che il tono dell’Odissea sarebbe più leggero, domestico e raffinato; nell’Odissea, ci spiega, inoltre, vi sarebbe un’attenzione particolare per le faccende domestiche, l’ospitalità e la vita familiare. Aggiunge poi che nell’opera le donne vengono descritte in modo dettagliato e considera la figura di Penelope ben caratterizzata (preciso che le qualità sopra descritte vanno lette in base alle concezioni dell’epoca e vengono attribuite dallo scrittore al genere femminile).
Nella parte finale del laboratorio Daniel Russo si è concentrato sull’onomastica all’interno della Genesi.
Il laboratorio di sabato 1° marzo dal titolo Orgoglio e pregiudizio: dall’inizio alla fine con la scrittrice Liliana Rampello e le traduttrici Stella Sacchini e Beatrice Masini è stato maggiormente interattivo e ha permesso a noi partecipanti di cimentarci nella traduzione di alcuni passaggi dell’incipit di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, permettendoci di confrontarci sulle diverse scelte traduttive in un clima informale e stimolante.
Tra i vari aspetti sui quali è stato richiesto un lavoro di ricerca e analisi più approfondito ritroviamo la traduzione del pronome inglese you tra Mr. Bennet e Mrs. Bennet (tu o voi?); la traduzione di truth nella prima frase dell’opera (verità, fatto, cosa?) e la traduzione di good nel segmento a good fortune (discreta fortuna, ingente fortuna, solida fortuna, solido patrimonio?). Le alternative proposte sono state un’occasione di confronto reciproco e riflessione.
Oltre a un arricchimento dal punto di vista della formazione e dell’interazione con diverse case editrici, Testo è stata un’occasione di networking, anche grazie all’incontro con le colleghe che vi hanno preso parte e con le quali ho avuto la possibilità di confrontarmi su esperienze e speranze traduttive, e mi auguro sia stato un seme per tante novità per la Bottega e la sua community.