Traduttori del passato: Lutero e la traduzione della Bibbia in tedesco
[A cura di Barbara Barnini]
Quale arte e quale sgobbo sia tradurre, l’ho sperimentato di persona. (Martin Lutero – Lettera del tradurre, 1530)
E secondo quanto riportato dai suoi collaboratori, impiegò settimane intere per cercare affannosamente una sola parola!
Per salvare Lutero (Eisleben 1483 – Eisleben 1546) dalla condanna di eresia pronunciata nel 1521 dal papa Leone X e dalla messa al bando dall’impero, Federico III di Sassonia, detto il Saggio, organizzò un falso rapimento e lo fece condurre nella Wartburg, una roccaforte situata sullo sperone roccioso nella selva di Turingia, dove il riformatore potè nascondersi per quasi un anno sotto il falso nome di cavaliere Jörg. Durante questo periodo si dedicò alla sua opera più importante, la traduzione in tedesco del Nuovo Testamento che fu pubblicata anonima nel settembre 1522 ed è nota come Septembertestament, il Testamento di settembre.
La traduzione di Lutero completata in sole undici settimane era qualitativamente superiore alle traduzioni parziali precedenti basate sulla Vulgata – la versione in latino autorizzata dalla Chiesa Cattolica – per la novità e la forza espressiva della lingua impiegata, e fu la prima a conquistare la popolarità di larghi strati di pubblico. Hans Lufft, noto come lo stampatore della Bibbia, stampò tra il 1534 e il 1574 oltre centomila copie della Bibbia in lingua volgare.
Nel 1522 fu pubblicato il Nuovo Testamento, nel 1523 fu iniziata la traduzione dell’Antico Testamento e nel 1534 vide la luce l’intero testo biblico: Biblia, das ist die gantze Heilige Schrifft. Deudsch (Bibbia, l’intera Santa Scrittura in tedesco).
Come ogni traduttore, Lutero si trovò ad affrontare sia il rapporto tra la lingua di partenza e la lingua di arrivo, nel suo caso tra il greco antico, l’ebraico (per l’Antico Testamento) e il tedesco, sia il dilemma se scegliere la restituzione fedele o la libertà di resa. Lutero divise la mole di lavoro con altri predicatori e teologi dell‘università di Wittenberg, tradusse dagli originali, utilizzando anche la Vulgata, e prese le mosse dalla sua lingua natale, il dialetto tedesco centro-orientale, rendendo così possibile lo sviluppo e l’uniformazione di questo gruppo dialettale, tanto che gli va riconosciuto il merito di aver creato una lingua scritta unitaria.
Pur orientandosi alla lingua ufficiale dei documenti cancellereschi del Principato Elettorale di Sassonia, che per la sintassi e la formazione delle parole era conforme al modello latino, si impegnò a dare vita a una lingua accessibile al popolo, pura e chiara, e per fare questo si servì della lingua parlata e di espressioni del tedesco corrente.
Con la Sendbrief vom Dolmetschen (Lettera del tradurre), si espresse otto anni dopo la traduzione del Nuovo Testamento in merito al metodo traduttologico adottato, argomentando in modo molto moderno per il suo tempo. Lutero intese lanciare un appello, in forma di lettera aperta, alla comprensibilità della lingua e alla restituzione del senso del testo, e al tempo stesso rispondere polemicamente alle accuse dei dotti cattolici che gli avevano contestato di essersi allontanato dal letteralismo e di aver mistificato la Parola di Dio. Il suo proposito fu quello di offrire ai lettori della Bibbia una lingua colloquiale e quotidiana, comprensibile a tutti, e ai fini della massima chiarezza, tradusse domandandosi come si sarebbe espresso un tedesco in quella situazione:
Non bisogna chiedere alle lettere della lingua latina di insegnarci come si deve parlare tedesco, come fanno gli asini, ma bisogna chiedere alla madre in casa, ai bambini per la strada, all’uomo semplice al mercato, e osservare come parla la loro bocca, e poi tradurre, così capiranno e noteranno che con loro si parla tedesco.
Lutero non esitò a definire asini i Buchstabilisten (letteralisti), cioè i sostenitori della traduzione letterale della Bibbia e respinse le critiche a lui mosse da parte di chi non sapeva quale fatica fosse tradurre ad sensum: per cui non tollero che un asino papista o un mulo, che non ci ha mai provato, si erga a mio giudice o censore. Da qui la conclusione lapidaria: chi non accetta il mio tradurre, lo lasci stare.
La Lettera del tradurre è una sorta di teorizzazione di quello che Lutero considerava essere il compito del traduttore: distinguendo tra letteralità e senso, egli non si limita più a riprodurre il testo di partenza, ma si orienta alla lingua d’arrivo per produrre una versione secondo il senso e ricorre alla traduzione ad litteram in caso di fraintendimenti. In questo pamphlet è contenuta l’espressione dem Volk aufs Maul schauen (guardare sulla bocca del popolo) che esprime il suo modus operandi ed è ancora presente nel tedesco odierno come molti altri proverbi, modi di dire e parole composte da lui coniati, alcuni esempi: sein Licht unter den Scheffel stellen (mettere la lucerna sotto il moggio – Matteo 5, 14-15), ein Stein des Anstoßes sein (essere la pietra d’inciampo – Isaia 8,14), der Mensch lebt nicht vom Brot allein (non di solo pane vive l’uomo – Matteo 4,4), Lückenbüßer (tappabuchi), Lästermaul (malalingua) e Morgenland (Oriente).
Cinquecento anni fa Lutero comprese che tradurre implica la ricerca della maggiore fedeltà al vero, l’attenzione per l’uso linguistico dei parlanti e per il vocabolario quotidiano rappresentativo di una certa categoria. Consapevole del potere delle parole, ne andava alla scoperta: il pastore protestante Mathesius, autore di una biografia del riformatore, riferì che Lutero si fece dire dal macellaio di Wittenberg il nome di ciascuna delle frattaglie in modo da poter dare una traduzione veritiera del libro del Levitico e delle prescrizioni riguardanti il sacrificio degli animali.
Per concludere: la sua Bibbia costituisce una pietra miliare non solo della teologia ma anche della storia della lingua. Lutero realizzò una straordinaria opera di divulgazione sociale e culturale, una vera e propria rivoluzione, promuovendo l’alfabetizzazione del popolo tedesco che potè così accedere autonomamente alla lettura della Sacra Scrittura.
Fonti: le notizie su Lutero sono tratte da
https://www.ilruggiero.it/lanterne-magiche/lutero-traduttore-e-creatore-della-lingua-tedesca/
Storia della letteratura tedesca. 1. Dal Medioevo al Barocco
Tradurre: Storia, teoria, pratica dall’antichità al XIX secolo
Tradurre: Storia, teoria, pratica dall’antichità al XIX secolo
L’origine valdese del Codex Teplensis
https://de.wikipedia.org/wiki/Lutherbibel
http://cyonline.unife.it/article/viewFile/2371/2206
https://de.wikipedia.org/wiki/Sendbrief_vom_Dolmetschen
https://www.bibel-in-gerechter-sprache.de/wp-content/uploads/sendbrief.pdf
https://pensarelavita.files.wordpress.com/2013/02/alberto-siclari-libertc3a0-e-grazia-in-lutero.pdf
https://www.goethe.de/de/uun/pub/akt/g17/21249117.html
https://www.associazionealec.it/wp-content/uploads/2017/09/1.1-RP-Lutero-bibbia-.pdf
https://www.lingua-world.de/blog/wie-lange-brauchte-martin-luther-um-die-bibel-zu-uebersetzen/
https://it.upwiki.one/wiki/Luther_Bible
https://it.wikipedia.org/wiki/Hans_Lufft
https://it.wikipedia.org/wiki/Johannes_Mathesius
https://it.frwiki.wiki/wiki/Bible_de_Luther
e da me tradotte in parte in italiano