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Traduttrici del passato: Milena Jesenská, traduttrice di Kafka, giornalista e attivista politica

Milena Jesenská è entrata nella storia letteraria per essere stata la destinataria di numerose lettere scritte nel 1920 da uno dei massimi esponenti della letteratura del XX secolo, lo scrittore boemo di lingua tedesca Franz Kafka.

Le lettere sono state pubblicate nel 1952 con il titolo Briefe an Milena dal critico Willy Haas che le aveva ricevute direttamente dalla Jesenská a Praga nel 1939, prima che l’esercito nazista entrasse nella città. In Italia le Lettere a Milena sono uscite nel 1954 per Mondadori nella traduzione di Ervino Pocar.

Un flusso di oltre cento missive, fra cui cartoline e telegrammi, protrattosi fino al dicembre 1923, prese l’avvio da Merano, dove Kafka trascorse un soggiorno di tre mesi per cura, e rappresenta non solo la testimonianza preziosa di un rapporto d’amore destinato a restare epistolare, ma è una sorta di autoconfessione intima dell’autore, lo svelamento del suo tormentato mondo interiore alla silenziosa interlocutrice, le cui lettere originali non sono mai state ritrovate. 

Questa corrispondenza di grande intensità poetica fu occasionata dalla decisione presa dalla giovane Milena di scrivere nel 1919 al già famoso autore di racconti come La metamorfosi e Nella colonia penale per chiedergli il permesso di poter tradurre in ceco il racconto Der Heizer (Il fuochista), la cui lettura l’aveva profondamente impressionata. 

La prima traduzione di uno scritto di Kafka uscì dalla penna della sua estimatrice e Il fuochista apparve il 22 aprile 1920 sulla rivista letteraria praghese Kmen con il titolo Topič.

Per Kafka abituato a parlare e a scrivere in tedesco, la lingua ceca era solo l’idioma di un popolo poco conosciuto e ancor meno compreso, ma egli non rimase indifferente alla richiesta di traduzione e al successo ottenuto tanto da pregare la sorella Ottla di acquistare venti esemplari della rivista da regalare. 

Nata a Praga nel 1896 in una famiglia agiata che le permise di frequentare il ginnasio Minerva, il primo liceo femminile dell’Impero austro-ungarico, dopo il conseguimento del diploma Milena si iscrisse alla facoltà di medicina soprattutto per assecondare la volontà del padre medico, per poi passare al conservatorio senza concludere nessuno dei due studi.  Amante dei libri e d’indole curiosa, entrò presto in contatto con gli ambienti letterari della città e nel 1916 al Café Arco, punto d’incontro degli intellettuali tedeschi e cechi, conobbe Franz Werfel, Max Brod, Willy Haas e quello che sarebbe diventato il suo primo marito, il critico letterario ebreo Ernst Pollak, con il quale si trasferirà a Vienna. La relazione scatenò l’ira del dispotico genitore che, in un primo momento, fece rinchiudere la figlia ancora minorenne in una clinica psichiatrica, acconsentendo in seguito al matrimonio a condizione che gli sposi lasciassero Praga.

Dal 1919 al 1924 Milena visse in condizioni di estrema indigenza nella Vienna post-asburgica, caratterizzata da miseria e povertà a causa del ristagno economico e dell’inflazione, dove il mercato nero era l’unico mezzo di sussistenza per gran parte della popolazione. Nella capitale austriaca, che comunque era ricca di fermenti culturali, iniziò a farsi un nome sia come giornalista, scrivendo articoli culturali e di denuncia sociale per le riviste praghesi Tribuna e Národní listy (Periodico nazionale), sia come traduttrice di opere letterarie dal tedesco, dal francese, dal russo e dall’inglese. Svolse anche diversi lavori occasionali per sbarcare il lunario, come portabagagli alla stazione e insegnante di lingua ceca. A questi anni risalgono le sue traduzioni di alcuni racconti di Kafka: Betrachtung (Contemplazione), Unglücklichsein (Essere infelici), Ein Bericht für eine Akademie (Una relazione per un’accademia) e Das Urteil (La condanna) apparse sulle riviste Tribuna e Cesta (Strada). 

Nel 1925 fece ritorno a Praga, si avvicinò al circolo di intellettuali d’avanguardia Devětsil (Il farfaraccio) e nel 1926 pubblicò una raccolta di brevi racconti per la casa editrice praghese Topič con il titolo Cesta k jednoduchosti (La via della semplicità).

A partire da questo momento intensificò l’attività giornalistica, scrivendo per diversi giornali nazionali come Lidové Noviny (Giornale popolare), la prestigiosa rivista politico-culturale Přítomnost (Presente) e Pestrý týden (Settimana colorata). Con la sua abile capacità di reporter, realizzò reportage di forte impatto documentaristico sulle vicende politiche del tempo e sulla questione dei Sudeti, gli abitanti di lingua e cultura tedesca della regione di confine tra la Germania e l’attuale Repubblica Ceca. 

Dopo l’iscrizione al partito comunista (1931), da cui poi si distaccherà per posizioni critiche verso lo stalinismo, iniziò a collaborare con le riviste Svět práce (Il mondo operaio) e  Tvorba (Creazione), traducendo per quest’ultima autori quali Bertolt Brecht, Ilja Ehrenburg ed Elisabeth Hauptmann. 

A seguito dell’occupazione nazista della Cecoslovacchia nel 1939, si unì alla resistenza, continuando l’attività pubblicistica sul giornale illegale V Boj (Nella lotta) e impegnandosi a mettere in salvo gli ebrei perseguitati e ad aiutare i rifugiati politici a espatriare. Arrestata dalla Gestapo, fu dapprima imprigionata a Pankrác e a Dresda, e infine deportata nel campo di concentramento di Ravensbrück dove morì di nefrite nel 1944. 

Il 4 aprile di quest’anno è stata inaugurata a Merano la piazzetta intitolata a Milena Jesenská e a Franz Kafka davanti alla ex pensione Ottoburg, in cui l’illustre ospite abitò e da dove scrisse le prime lettere all’amata confidente dei suoi sentimenti e dei suoi pensieri. Il duplice omaggio reso allo scrittore nel centenario della morte avvenuta il 3 giugno 1924 e alla sua traduttrice in ceco, nonché custode di alcune sue opere, fra cui il manoscritto de Il castello, vuole essere un luogo simbolico che parla al presente di un legame passato, affettivo e professionale, ancora vivo nel tempo. 

 

Fonti: le notizie biografiche su Milena Jesenská sono tratte da:

e da me tradotte in parte in italiano.

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